La revisione strutturale del sistema logistico di magazzino rappresenta per le aziende una grande opportunità di miglioramento per competere in un sistema economico sempre più dinamico ed esigente per livello di servizio ed efficienza. Che si tratti di una riprogettazione degli spazi in uso o della costruzione di un nuovo sito logistico, l’approccio metodologico è il medesimo e non può prescindere da una visione “sistemica del magazzino” in tutte le sue componenti strutturali, al fine di evitare errori purtroppo molto comuni.

Il processo di revisione del sistema logistico si articola principalmente in due fasi.

La prima riguarda l’attività di analisi per determinare i parametri di progetto in termini di:

  • obiettivi (ottimizzazione dei flussi di movimentazione, minimizzazione dei tempi operativi, sfruttamento ottimale degli spazi, sicurezza, etc.);
  • fabbisogni aziendali (capacità di stoccaggio, flussi ora da gestire, livello di servizio da erogare, etc.);
  • vincoli (caratteristiche dell’edificio, caratteristiche degli articoli e delle unità di carico, tipologia di movimentazione, etc.) 

La seconda, invece, riguarda la progettazione degli elementi strutturali da coniugare in funzione dell’analisi della fase precedente.

Le componenti strutturali del magazzino devono essere tutte strettamente integrate tra loro e, ad esempio, non si potrà parlare di sistemi di stoccaggio senza considerare la tipologia dei mezzi di movimentazione, le caratteristiche delle unità di carico e gli spazi disponibili. 

Le criticità sorgono ogni qualvolta all’approccio “sistemico” si procede con un approccio puntuale, senza tenere conto delle relazioni esistenti tra le singole componenti del sistema. Quanto più il magazzino è complesso, tanto più è necessaria una visione “olistica” ovvero globale, in grado di creare un sistema coerente e performante.

Gli errori che si riscontrano più frequentemente sono dovuti alla creazione di colli di bottiglia e alla incoerenza tra le singole componenti strutturali. 

Un caso pratico che vogliamo raccontarvi è quello che riguarda una nostra azienda cliente che ha dovuto convertire uno dei propri magazzini alla gestione di una nuova linea prodotto caratterizzata da unità di carico per peso e dimensioni molto diverse.

L’azienda ha svolto una analisi di fattibilità considerando unicamente la capacità di stoccaggio target senza tenere conto dei mezzi di movimentazione. Solo dopo aver dato avvio alle modifiche di layout e all’acquisto delle integrazioni al sistema di stoccaggio si è resa conto che i mezzi trilaterali in uso non erano affatto compatibili con i nuovi formati pallet da gestire. 

Ma quali sono le principali componenti strutturali?

L’immagine di seguito riportata rappresenta un’ottima sintesi del sistema e delle sue componenti descritto in precedenza: analizziamole una per una nello specifico.

Spazi

Gli spazi sono il punto di partenza e di arrivo del processo di revisione del sistema magazzino. Lo spazio rappresenta infatti la superficie a disposizione all’interno della quale tutte le componenti strutturali dovranno trovare la giusta collocazione in termini di dimensionamento, di posizionamento e di organizzazione.

Nel caso si debba realizzare un nuovo magazzino, il processo di analisi e dimensionamento del sistema è fondamentale per la ricerca di un immobile sul mercato o per costruirne uno nuovo. Nella nostra esperienza abbiamo assistito più volte a processi inversi, in cui prima avviene la scelta del sito e successivamente il suo “adattamento”. 

Unità di carico

Per unità di carico si intendono i supporti utilizzati per lo stoccaggio, la movimentazione e, in alcuni casi, la protezione della merce. Questa categoria è molto vasta e comprende, ad esempio, i classici pallet di legno e le gabbie metalliche. Le unità di carico vengono spesso date per scontate, ma rappresentano le “unità base” del nostro sistema di magazzino. L’impatto di questa componente sulle altre è altissimo e, grazie ad essa, è possibile dimensionare tutte le componenti strutturali e scegliere, all’interno di ciascuna di esse, la soluzione più idonea.

Una corretta analisi delle unità di carico deve tenere conto di aspetti quali la loro tipologia e il numero, i formati (dimensioni LxPxh) e il peso.

Infine, la revisione del proprio sistema logistico dovrà rappresentare l’occasione per verificare la tipologia di unità di carico adottate, valutandone l’effettiva efficacia e una loro eventuale modifica o razionalizzazione. 

Sistemi di stoccaggio

In linea generale i sistemi di stoccaggio si differenziano per intensività (plt stock x mq), selettività (movimenti utili vs. movimenti necessari) e gestione scorte (LIFO/FIFO).

Il sistema di stoccaggio più noto è senza dubbio la scaffalatura portapallet, ma ve ne sono molti altri come il drive in, il cantilever, etc. Anche la semplice catasta a terra è un sistema di stoccaggio.

In questo ambito occorrerà tenere presente non solo la capacità di stoccaggio obiettivo, ma anche le caratteristiche del materiale da gestire, nonché i flussi e i processi ad essi collegati, l’integrazione con i mezzi di movimentazione, la flessibilità e la scalabilità del sistema.

Tutti questi elementi, se non adeguatamente considerati, generano errori di progettazione e criticità nell’operatività quotidiana (p.e. interferenze tra gli operatori, corridoi di lavoro insufficienti, movimentazioni extra impreviste, etc.). 

Sistemi di movimentazione

I sistemi di movimentazione includono, oltre alla vasta gamma dei carrelli elevatori, anche i sistemi di trasporto automatici e semi automatici (rulliere motorizzati, AGV, etc.). Gli elementi da considerare sono molteplici e non molto diversi da quelli descritti in precedenza relativamente ai sistemi di stoccaggio.

Indubbiamente, oltre all’integrazione con le altre componenti strutturali, occorrerà fare attenzione all’integrazione con gli altri mezzi del parco e ai processi operativi di gestione dei flussi di materiale.

La movimentazione è per unità di carico intera o frazionata? L’operatore ha la necessità di operare in quota? I mezzi di stoccaggio vanno asserviti?

Queste sono solo alcune delle domande a cui una corretta progettazione dovrà dare risposta. 

Automazioni

Le automazioni di magazzino, sia che siano dei “semplici” armadi verticali o sistemi molto più complessi (trasloelevatori, shuttle, etc.), non sfuggono alle regole già viste in precedenza. Al di là della progettazione specifica, che dovrà sempre tenere conto degli obiettivi e dei vincoli, l’integrazione con le altre componenti del sistema è fondamentale per raggiungere le performance desiderate ed evitare i tipici colli di bottiglia. Difficoltà di alimentazione, sistemi di trasporto con flussi/ora e unità di carico non coerenti (tolleranze, deformazioni, peso, etc.) rappresentano alcune delle problematiche più ricorrenti da evitare. 

Attrezzature

Le attrezzature rappresentano l’ultimo punto da esaminare. Si tratta di una componente generica in quanto al suo interno si trovano tutte le attrezzature ad uso logistico diverse da quelle descritte in precedenza. Rientrano in questa categoria le linee di imballaggio, le pese, le macchine avvolgi pallet, azzeratori di peso, etc.

Anche in questo caso la coerenza con tutti gli altri fattori è indispensabile poiché anche le attrezzature potrebbero rappresentare un collo di bottiglia o, peggio, non essere adeguate alla funzione per cui sono state acquistate.

In linea generale, occorrerà sempre valutare attentamente gli spazi ovvero gli ingombri e le aree di manovra necessarie, e i vincoli di layout che generalmente contraddistinguono le attrezzature. 

In conclusione, come abbiamo potuto vedere, ogni singola componente è strettamente legata alle altre e ogni intervento su una di esse può riflettersi negativamente e inaspettatamente su una o più componenti del sistema. Il metodo, le competenze e l’approccio di sistema rappresentano gli unici strumenti adeguati per evitare errori.


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