Lo sviluppo tecnologico, a qualsiasi livello, deve essere perseguito in modo da sfruttare pienamente i vantaggi della digitalizzazione ovvero il miglioramento della qualità e dell’efficienza delle informazioni e dei processi.

Tale obiettivo è raggiungibile a patto che le soluzioni tecnologiche si integrino con i processi operativi e le persone maggiormente coinvolte, supportandone il miglioramento nel tempo. 

In merito all’introduzione delle soluzioni IT abbiamo spesso sentito dire dai nostri clienti che “il software che abbiamo implementato non ci soddisfa pienamente” oppure che “ci aspettavamo qualcosa di più rispondente alle nostre esigenze”.

In casi come questo l’integrazione tra i processi operativi, le persone e il software introdotto in azienda è rimasta incompiuta

Quali le ragioni di questi insuccessi

Sulla base della nostra esperienza possiamo affermare che le situazioni più tipiche sono le seguenti:

  • l’azienda aveva un’aspettativa su determinate funzionalità, ma il software acquistato non era in grado di coprirle
  • le persone non hanno capito pienamente i vantaggi ottenibili con il nuovo software e così, nel tempo, tendono ad abbandonarlo

Un esempio di progetti incompiuti l’abbiamo visto in diverse occasioni nell’ambito delle agevolazioni erogate col Piano Transizione 4.0. Per assicurarsi i fondi disponibili, molte aziende si sono buttate a capofitto sui software MES non avendo ben chiaro la loro funzione e i loro vantaggi e come questi potessero essere utilizzati a partire dagli input necessari per un loro corretto funzionamento. 

Come descritto nell’articolo “Software MES: 6 errori da evitare durante l’applicazione in azienda”, abbiamo evidenziato come occorra evitare di avviare un MES con dati di input non corretti o senza avere a disposizione quelli che definiamo input obbligatori come l’ordine di produzione, la distinta base e i cicli di lavoro. Tentare di avviare un progetto MES senza questo tipo di informazioni significa:

  • bloccare quasi subito il progetto di implementazione, oppure
  • iniziare a pensare a strade alternative (i cosiddetti “accrocchi”) che non consentirebbero di sfruttare le vere potenzialità dei MES.

Ogni situazione fa caso a sé e deve essere analizzata nel suo contesto, ma tipicamente riscontriamo che i progetti incompiuti descritti dipendono da due fattori principali:

  1. le esigenze attuali e future dell’azienda non sono state identificate e definite chiaramente prima di avviare il progetto implementativo (ma ahimè anche prima di avere scelto il software)
  2. l'azienda non era pronta all'introduzione della soluzione IT come descritto in precedenza nell’esempio sui dati di base necessari al sistema MES. 

Il primo passo da compiere per introdurre correttamente uno o più software è effettuare un’analisi preliminare (ciò che in OPTA chiamiamo Digital Check), il cui scopo è duplice: capire qual è il software che meglio risponde agli obiettivi e alle esigenze aziendali e, allo stesso tempo, verificare che l’azienda sia effettivamente pronta per l’introduzione della soluzione informatica individuata. È bene precisare che nell’ambito del Digital Check si prendono in considerazione non solo esigenze attuali ma anche quelle future, che potrebbero prevedere l’introduzione di altri tools nel tempo. 

Per riprendere l’esempio precedente un’azienda potrebbe essere interessata fin da subito all’introduzione di un sistema MES per interconnettere le proprie macchine e raccogliere i dati di fabbrica ma, successivamente, potrebbe avere bisogno anche di un software per la gestione di magazzino (WMS) e di uno schedulatore. Se queste esigenze non vengono identificate a priori, si rischia di complicare in futuro la struttura informatica aziendale (si pensi al problema degli interfacciamenti tra software diversi).

Spesso, infatti, ci troviamo in presenza di situazioni molto intricate (presenza di software introdotti se non sviluppati da fornitori diversi) che determinano alti tassi di inefficienza a livello IT.

Il principale output del Digital Check è quindi la roadmap di trasformazione digitale che esplicita:

  • i software da introdurre in azienda e/o la necessità di migliorare quelli già presenti
  • i timing di introduzione e/o modifica
  • le criticità di progetto e le attività propedeutiche per la corretta introduzione dei software. 

Arrivati a questo punto appare chiaro come lo scopo del Digital Check sia quello di avviare un percorso che stimoli la riflessione su eventuali punti deboli dell’organizzazione e, in particolare, dei processi operativi che devono essere migliorati e non “inseguiti” dalle soluzioni tecnologiche. Per questo motivo è necessario progettare «su misura» gli obiettivi e il percorso per uno sviluppo dei sistemi informativi il più possibile coerente con la strategia complessiva dell’azienda.

Il Digital Check e la conseguente roadmap di trasformazione digitale consentono di individuare un percorso di razionalizzazione del proprio parco software sfruttando al meglio quelli già presenti in azienda e riducendo il numero di interlocutori. 

Se sei interessato ad approfondire questa metodologia compila il form qui sotto, saremo felici di confrontarci con le tue esigenze di digitalizzazione.


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