Nel corso del 2016 quella galassia di novità tecnologiche e organizzative che va sotto il termine di Industria 4.0 è entrata nella fase di maturazione grazie al Piano Nazionale Industria 4.0.

Il tema, inizialmente materia di ricerca o di studio per gli uffici tecnici o mero elemento di curiosità da presentare alla Direzione per disegnare possibili scenari futuribili, è via via diventato centrale, tanto nelle grandi aziende come nelle PMI.

Non è mio il compito elencare quali stelle compongano questa galassia (altri in questo stesso blog possono farlo meglio di me), ma ciò che voglio sottolineare, a beneficio di chi ci legge e lavora nella Piccola e Media Impresa, è che Industria 4.0 non è più materia per le solite big del mercato o delle sole aziende industriali.

Questo perché:

  • ogni PMI che voglia investire in Industria 4.0 ha a disposizione diverse possibilità di finanziamento, che di seguito e in breve illustrerò;
  • il digitale (dalla banda ultra larga, alle integrazioni delle informazioni lungo la catena del valore, al cloud dei sistemi aperti) interessa sia il mondo industriale che le aziende di servizi, ossia il terziario nella sua accezione più allargata.

Finanziare l’innovazione che avviene nelle PMI attraverso il Piano Nazionale Industria 4.0

Negli ultimi mesi del 2016 sono state annunciate e approvate misure che consentono a tutte le imprese di finanziare l’innovazione tecnologica digitale e, con questa, la crescita dell’impresa. Non entro nel dettaglio di tutte le possibilità di finanziamento, ma ci sono e non sono poche: superammortamento per tutti i beni, iperammortamento per i beni innovativi (quindi classificabili come Industria 4.0), bandi regionali (questi per la verità, per ora, in generale solo annunciati).

Le modalità di finanziamento sono varie: le PMI sono state abituate a pensare che l’unico finanziamento interessante, per il quale valga la pena lavorare “per portarlo a casa”, sia quello a fondo perduto. Non è più così, perché, a conti fatti, se, a seguito di investimenti in innovazione, ottengo sgravi fiscali significativi per la mia azienda, ho portato a casa un risultato doppio: primo, innovo e il mercato mi premierà; secondo, risparmio pagando meno tasse, che poi è ciò che l’imprenditore ha sempre chiesto e desiderato ottenere (ma di solito non ottiene).

Finanziare l’innovazione apportata in azienda dalla consulenza specialistica

Con il nuovo Piano Nazionale Industria 4.0 e la successiva legge di stabilità, è possibile finanziare, sotto la forma degli sgravi fiscali, anche la consulenza specialistica che apporta in azienda innovazione organizzativa, sempre che questa sia all’interno di un piano completo e articolato di Ricerca, Sviluppo e Innovazione. Tra le spese ammissibili agli sgravi non si potrà pertanto inserire una “consulenza spot”, ma un percorso mirato alla crescita dell’impresa: quello sì e anzi, è auspicabile, poiché il mero inserimento di tecnologie dell’Industria 4.0, da solo e senza una adeguata revisione organizzativa, ha buona probabilità di insuccesso.

Finanziare l’innovazione attraverso la formazione specialistica

I Fondi Interprofessionali, in testa a tutti Fondimpresa (avviso 2_2016) e Fondirigenti (avviso 3_2016) hanno aperto avvisi specifici per finanziare la formazione a dipendenti e dirigenti, nell’ambito di progetti di sviluppo che facciano dell’Industria 4.0 la piattaforma su cui progettare il futuro dell’Azienda. Anche in questo caso si parte dal presupposto che l’introduzione di nuove tecnologie, anche le più sofisticate e le più avanzate sul piano digitale, abbiano bisogno di persone adeguatamente formate, che sappiano rendere efficienti i processi all’interno dei quali le tecnologie verranno calate in azienda.

Concludendo

Non abbiamo più scuse, non ci resta che rimboccarci le maniche e cominciare a lavorare per introdurre, anche nelle nostre PMI, quelle tecnologie digitali che se ben inserite nell’organizzazione, possono darci una grossa mano per raggiungere gli obiettivi aziendali.



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