Nel nostro Paese il tema del passaggio generazionale all’interno delle PMI è decisamente attuale. Le aziende italiane si giocano molto del loro futuro nella transizione da una generazione imprenditoriale a quella successiva. In questo articolo cercheremo di analizzare quali sono le principiali difficoltà che si incontrano nel gestire questo processo e quali le condizioni favorevoli che consentono di giungere alla meta con successo.
Ma quando possiamo affermare di essere giunti alla meta? Certamente nel momento in cui l’imprenditore dedicherà la maggior parte del suo tempo ad altre passioni che non siano l’azienda.
Sarà tuttavia ciò che l’imprenditore e tutti gli altri “attori” coinvolti avranno fatto lungo questo percorso a determinare o meno la riuscita del passaggio del testimone.
Vediamo allora come affrontare correttamente il passaggio generazionale.
L’obiettivo dell’imprenditore è quello di lasciare la guida dell’azienda garantendo la continuità, salvaguardando quanto già fatto e proseguendo nel rinnovamento nel rispetto della tradizione. Obiettivo semplice da enunciare, meno da raggiungere: molto delicato per il tempo che richiede, per la molteplicità degli attori coinvolti e per la commistione di interessi privati (familiari) con interessi pubblici (aziendali).
Nel sottolineare la difficoltà si aggiunga che l’imprenditore, alle prese con il day by day, fatica a capire quando è giusto avviare questo processo e, anche una volta intrapreso, non è detto che sia sempre concentrato sull’attuazione dello stesso: il rischio di perdere focus è sempre dietro l’angolo.
Si aggiunga, come ultima considerazione, che si tratta di un evento unico per le persone coinvolte, pertanto risulta evidente quanto questo cambiamento “speciale” debba essere preparato con cura.
I protagonisti coinvolti sono chiaramente l’imprenditore e l’erede (o gli eredi), ma non vanno dimenticati tutti coloro che possono determinare il successo di un’operazione di questo tipo ovvero il gruppo dei collaboratori più stretti dell’imprenditore che per anni lo hanno affiancato e che hanno condiviso con lui successi e fallimenti. La relazione con l’imprenditore è, per queste persone, di grande importanza motivazionale.
Ci sono almeno tre condizioni favorevoli che consentono di gestire un passaggio generazionale “ideale”: la motivazione dell’imprenditore, la disponibilità di risorse, la motivazione dell’erede.
La motivazione dell’imprenditore non deve mai essere data per scontata visto che, numeri alla mano, quando è scarsa risulta essere la prima causa di insuccesso.
La disponibilità di risorse è fondamentale per garantire all’imprenditore il mantenimento di un tenore di vita uguale a quello che lascia, senza dimenticare che la valuta non è soltanto monetaria, ma può essere anche umana: considerazione e fiducia che l’erede avrà profondo rispetto di ciò che riceve, vanno ad affiancare una valorizzazione adeguata di ciò che si eredita.
Inoltre, solo se l’erede è motivato alla successione, oltre che tecnicamente preparato, il passaggio potrà avere successo. E la motivazione non si può dare per scontata: va seminata e coltivata con tenacia.
Tutto quello che racconteremo, in questo e negli articoli che seguiranno sul passaggio generazionale nasce dall’esperienza diretta a fianco delle aziende; nella maggior parte dei casi, infatti, gli attori coinvolti non riescono a raggiungere il risultato atteso con le sole proprie forze, ma devono necessariamente avvalersi di un supporto specializzato per garantire il successo di questa vera e propria “impresa”.
Tipicamente gli ambiti sui quali intervenire sono di due tipi: il primo serve a trasmettere competenze organizzative e strumenti operativi (tra cui anche patti di famiglia e trust per la tutela del patrimonio aziendale). Deve essere chiaro quali sono le corrette interazioni che soci e amministratori devono avere, i legami funzionali tra il responsabile d’area aziendale e le regole di collaborazione.
Nel secondo caso occorre gestire l’aspetto relazionale e il cambiamento nei rapporti tra le persone. Su questo piano non esistono strumenti analitici né formule predefinite. Ciascuno evolverà gestendo e percependo in maniera diversa il cambiamento.
Il ruolo dell’erede pone sotto stress le relazioni consolidate nell’organizzazione. È importante quindi essere supportati per acquisire consapevolezza, autodeterminazione e responsabilità al fine di sviluppare in autonomia le proprie potenzialità coerentemente con gli obiettivi definiti; non bisogna per altro stupirsi se qualche erede “designato”, in modo autodeterminato, dovesse decidere di rinunciare abbandonando il progetto.
Il passaggio generazionale è quindi un cammino, lungo, non lineare, che l’imprenditore e l’erede non devono percorrere da soli e non devono fare di corsa. Va intrapreso sapendo che la meta finale è il passaggio del testimone, che dovrà avvenire nella piena consapevolezza e con la fattiva partecipazione di tutti i soggetti coinvolti.
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